Negli ultimi giorni numerosi Colleghi ci hanno contattato per esprimere il loro sconcerto dopo aver ricevuto l’ennesima PEC contenente minacce e pesanti accuse di connivenza, errori e inerzia gestionale da parte del Consiglio dell’Ordine dei Medici durante la pandemia Covid, unitamente a variegate osservazioni sulle scie chimiche, sul 5G, sull’abbattimento sistematico di alberi per le reti 5G, sul problema della C02 e sulla residenza REMS di Nogara.
Lascio a voi dare un giudizio sul contenuto di tali missive, l’ultima delle quali trasmessa non solo a medici ma anche ad avvocati, biologi, musicisti, registi, bioingegneri, organizzatrici di eventi e giornalisti. L’auspicio è che tali invii dal contenuto denigratorio abbiano a cessare, dato che appaiono in evidente contrasto con i principi deontologici che impongono il reciproco rispetto tra Colleghi e con le Istituzioni che li rappresentano, in osservanza al nostro Codice di Deontologia Medica.
Sento tuttavia la necessità, come Presidente dell’Ordine dei Medici e a nome di tutto il Consiglio, di affermare la nostra totale dissociazione sia dal contenuto che dalla forma di queste PEC, ribadendo con fermezza come la nostra professione debba essere guidata dalla responsabilità e dalle evidenze scientifiche.
Negli ultimi anni, il tema dei vaccini è stato spesso al centro di polemiche, etichette e divisioni; questa continua polarizzazione crea confusione e disinformazione: allontana le persone dal confronto, genera sfiducia e impedisce di discutere con lucidità su ciò che davvero conta, la tutela della salute.
In questo particolare momento storico, nel quale appare sempre più difficile mantenere un confronto sereno su idee diverse, i medici e gli scienziati hanno una responsabilità particolare: diffondere informazioni con rigore e prudenza, evitando di disorientare o polarizzare l’opinione pubblica, minando la fiducia dei cittadini. La presenza nello spazio mediatico può nascere da motivazioni diverse, dalla volontà di informare al desiderio di visibilità o protagonismo, ma richiede sempre consapevolezza e responsabilità.
Ricordiamo, inoltre, il rispetto dovuto alle persone che hanno perso la vita, ai medici e agli infermieri che hanno operato con dedizione e sacrificio durante la pandemia: il loro impegno e la loro sofferenza meritano memoria e riconoscimento, ben oltre le polemiche e le semplificazioni mediatiche.
Purtroppo quello che dovrebbe essere un dibattito scientifico, un confronto di opinioni rispettoso, anche se acceso, si è trasformato in una presa di posizione su preconcetti ideologici: la scienza non è di destra o di sinistra, i morti non sono pro o contro i vaccini; affrontare il problema in questo modo non porta a nulla se non a sterili dibattiti, confusione, sfiducia nei medici, e una grande esitazione vaccinale non solo sul vaccino COVID ma anche su tutti i programmi vaccinali.
Per questo, chiediamo di riportare il dibattito nell’alveo della scienza e del rispetto reciproco.
I cittadini hanno diritto a un’informazione chiara, documentata e non strumentale, che permetta scelte consapevoli, ricordando che le vaccinazioni rappresentano uno dei più importanti progressi per la prevenzione delle malattie degli ultimi 100 anni.
La salute è un bene comune: difenderla significa lavorare uniti, con senso di responsabilità, con consapevolezza e fiducia reciproca, ma sempre alla luce delle evidenze scientifiche.
Auguro a tutti voi un sereno lavoro.
Alfredo Guglielmi