Il presidente Alfredo Guglielmi e tutti i consiglieri dell’Ordine dei Medici chirurghi e Odontoiatri di Verona condannano fermamente l'atto di violenza avvenuto nel Pronto soccorso dell'ospedale di Borgo Trento e ribadiscono la loro piena solidarietà ai medici, agli infermieri e a tutto il personale sanitario coinvolto. Un ringraziamento particolare va anche alle forze dell'ordine per l'intervento tempestivo che ha permesso di ripristinare l'ordine e garantire la sicurezza di tutti.
«Purtroppo, episodi come quello appena accaduto non sono isolati», dichiara il presidente Guglielmi. «La violenza contro il personale sanitario è un fenomeno che sta diventando sempre più frequente nei nostri ospedali e nei nostri ambulatori. Questo atto non rappresenta un singolo episodio, ma una preoccupante tendenza che deve essere affrontata con urgenza. È essenziale che la società riconosca la gravità del problema, non solo dal punto di vista delle punizioni per gli aggressori, per le quali la recente introduzione della legge che inasprisce le pene è un passo importante, ma anche con un impegno collettivo volto alla prevenzione di tali episodi».
L’Ordine dei Medici di Verona sottolinea la necessità di una collaborazione più forte tra le istituzioni, le forze dell'ordine e le strutture sanitarie per proteggere chi lavora quotidianamente per la salute della collettività. «Non possiamo limitare l’azione alla sola repressione dei comportamenti violenti, ma dobbiamo impegnarci anche nella creazione di ambienti di lavoro più sicuri per tutti i professionisti della salute. È fondamentale sviluppare misure preventive, formare il personale e sensibilizzare i cittadini sull’importanza del rispetto nei confronti di chi si prende cura della loro salute, e che il disagio che talvolta provano nelle lunghe attese al Pronto soccorso non è imputabile ai medici, sottoposti ad un enorme carico di lavoro», afferma Guglielmi.
«Il nostro impegno», conclude il presidente, «sarà costante nella difesa dei diritti dei medici e dei professionisti sanitari, affinché possano operare in un ambiente di lavoro privo di violenza, dove la sicurezza sia garantita per tutti, e affinché episodi come quello verificatosi non si ripetano mai più. Solo lavorando insieme, in modo sinergico, potremo ridurre il rischio di aggressioni e garantire un servizio sanitario che funzioni in modo sereno, efficiente e sicuro per tutti».
La nota del presidente FNOMCeO, Filippo Anelli
Aggressione Pronto Soccorso Verona, Anelli (Fnomceo): “Violenza inaccettabile, ti devasta dentro”
“La violenza non la si può mai accettare. Ti devasta dentro, crea dolore, sconforto, frustrazione, incredulità: come è possibile che quella stessa persona che stai cercando di curare, di salvare, ti si rivolta contro, ti aggredisce? La nostra piena solidarietà e vicinanza al medico e agli infermieri rimasti feriti a Verona, ai pazienti rimasti coinvolti e a tutti gli operatori della struttura”.
Così il Presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli, sull’episodio avvenuto la scorsa notte al pronto soccorso dell’ospedale di Borgo Trento a Verona: un medico e tre infermieri sono rimasti feriti a opera di un uomo che si è risvegliato dopo essere stato trasportato all'ospedale in ambulanza in stato di incoscienza, e ha dato in escandescenze. L’aggressore è stato arrestato.
“Le Leggi si stanno rivelando efficaci – commenta Anelli – sia la 113 del 2020 con la procedibilità d’ufficio, sia la legge recante misure per contrastare la violenza sui professionisti sanitari e socio-sanitari nell’esercizio delle loro funzioni e il danneggiamento dei beni destinati all’assistenza sanitaria, definitivamente approvata lo scorso novembre. La norma prevede l’arresto obbligatorio in flagranza e, a determinate condizioni, l’arresto in flagranza differita per i delitti di lesioni personali commessi nei confronti di professionisti sanitari, sociosanitari e dei loro ausiliari, nonché per il reato di danneggiamento dei beni destinati all’assistenza sanitaria”.
“Chiediamo ora – conclude Anelli – strumenti di protezione degli operatori, che prevengano le aggressioni ed evitino conseguenze. E, tutti insieme, dobbiamo lavorare per una grande rivoluzione culturale, che trasmetta ai cittadini l’idea che il nemico è la malattia, non il medico, e che medici e pazienti sono entrambi vittime del disagio dovuto ai malfunzionamenti del sistema”.