L’Ordine dei Medici chirurghi e Odontoiatri di Verona ha aderito a Slow Medicine ETS, la rete che coinvolge professionisti sanitari, associazioni di professionisti, cittadini, associazioni di pazienti e di familiari nella progettazione di buone pratiche di aiuto e di cura.
«Condividiamo l’idea che cure appropriate e un’adeguata comunicazione fra medici e pazienti riducano gli sprechi e i costi dell’organizzazione sanitaria, promuovano l’appropriatezza d’uso delle risorse disponibili, la sostenibilità e l’equità dei sistemi sanitari, e migliorino la qualità della vita dei cittadini nei diversi momenti della loro vita», afferma Carlo Rugiu, presidente OMCeO.
«La società cambia e anche la Sanità deve cambiare. Non possiamo più rimanere ancorati al vecchio modello Ippocratico, ma dobbiamo riconoscerci in una nuova figura di medico che si prenda cura della persona malata al tempo delle macchine. Oggi abbiamo anche il problema della personalizzazione della terapia ed è un problema difficile da affrontare, perché di fronte al paziente dobbiamo considerare le sue comorbidità, la sua aspettativa di vita, la possibile qualità di vita, senza affidarci a quegli automatismi decisionali che purtroppo si sono diffusi nel secolo scorso, soprattutto in alcune specialità a elevato contenuto tecnologico. In queste situazioni non dobbiamo dare per scontato che dobbiamo fare tutto quello che la tecnologia ci offre, perché non sempre fare di più equivale a fare meglio».
Slow Medicine nasce in Italia nel 2011 come un movimento d’idee per riportare i processi di cura nell’ambito dell’appropriatezza, all’interno di una relazione di ascolto, di dialogo e di condivisione delle decisioni con il malato. La filosofia di Slow Medicine è sintetizzata da tre parole chiave: sobria, perché agisce con moderazione, gradualità e senza sprechi; rispettosa, perché è attenta alla dignità della persona e al rispetto dei suoi valori; giusta, perché impegnata a garantire cure appropriate per tutti.