Nel corso del tempo la professione medica ha visto una sempre maggiore presenza femminile. Lo conferma la percentuale crescente di dottoresse che si sono iscritte negli ultimi anni all’Ordine dei Medici chirurghi e Odontoiatri di Verona.


Le donne, oggi, sono il 42% dei 7.075 iscritti: 2.486 hanno fra i 25 e i 45 anni, 2.221 fra i 45 e 65 anni e 2.368 hanno più di 65 anni. Se i numeri assoluti sono pressoché sovrapponibili, le percentuali rispetto al totale degli iscritti per fascia d’età evidenziano il “sorpasso” delle donne tra i medici ancora in attività, un sorpasso che diventa più evidente se abbassiamo l’asticella dell’età.
Le dottoresse, infatti, sono il 22% nella fascia di età più elevata e il 45% in quella compresa fra i 46 e i 65 anni, mentre diventano il 60% fra gli iscritti dai 25 ai 45 anni. In particolare, le dottoresse dai 25 ai 35 anni sono 815 su un totale di 1.403 iscritti in quella fascia d’età. E questa quota è destinata ad aumentare, considerando l’alto numero di giovani donne che frequentano i corsi di laurea in Medicina e chirurgia e in Odontoiatria.
«Nel giorno tradizionale della loro festa, a tutte le donne e in particolare a tutte le colleghe dottoresse che con fatica e grande tenacia tengono insieme vita professionale e personale, rivolgo gli auguri dell’Ordine di Verona», dichiara il presidente, Carlo Rugiu. «L’8 marzo ci ricorda le conquiste sociali, politiche ed economiche ottenute dalle donne, oltre alle battaglie che hanno combattuto per far ascoltare la loro voce. Ma nel comparto della Sanità, dove la presenza femminile è sempre più numerosa, occorre fare ancora molti passi avanti per garantire una vera parità di genere. Soprattutto, è necessario che i sistemi organizzativi si adeguino, introducendo modalità flessibili di impiego che consentano alle dottoresse di conciliare il ruolo di madri e di professioniste, senza dover scegliere, e sistemi di welfare locale come i nidi aziendali. Questo permetterebbe loro di farsi strada nelle posizioni apicali di carriera, dove la loro presenza è, purtroppo, ancora molto bassa».