Lo scorso 11 settembre sono passati cinquant'anni dal colpo di Stato militare di Augusto
Pinochet che pose fine al governo democratico di Salvador Allende in Cile.
Per ricordare la morte di Allende, medico e presidente, l’Accademia di Agricoltura Scienze e
Lettere di Verona e l’Ordine dei Medici chirurghi e Odontoiatri di Verona organizzano un incontro
che si svolgerà venerdì 27 ottobre alle ore 17 nella sede dell’Accademia, a Palazzo Erbisti in via
Leoncino, 6.
L’evento sarà l’occasione per presentare a Verona il volume «Etica medica in tempo di crisi», che
descrive l’esperienza dei medici durante i governi civili e le dittature militari in Argentina, Cile e
Uruguay. Scritto dallo psichiatra e antropologo cileno Horacio Riquelme, il libro è stato tradotto in
italiano da Lorenzo Toresini, medico psichiatra, fondatore del Centro studi per la salute mentale di
Merano e dell'Associazione italo-tedesca per la salute mentale, nonché autore di numerosi volumi di
divulgazione scientifica.
Dopo i saluti del presidente dell’Accademia Claudio Carcereri de Prati e del presidente
dell’OMCeO Carlo Rugiu, seguirà la relazione della professoressa Federica Bertagna, docente di
Storia contemporanea all’università di Verona, dal titolo «Da Allende a Pinochet: il processo
politico cileno visto dall’Argentina». Seguirà poi la presentazione del volume, alla presenza di
Toresini, e un breve dibattito.
«Salvador Allende è ricordato come una delle personalità politiche che hanno scritto la storia del
Novecento», evidenzia Rugiu. «Questo incontro celebrativo, organizzato in collaborazione con
l’Accademia di Agricoltura Scienze e Lettere, è anche l’occasione per ricordarlo come il medico
che era, un professionista che guardava con particolare attenzione alla realtà demografica e sanitaria
del suo Paese, comprendendo che una delle cause fondamentali di molte patologie risiede nel tipo di
ambiente in cui si vive. Non a caso, da ministro della Sanità e delle Politiche sociali si era adoperato
per estendere il sistema sanitario pubblico anche alle frange più deboli della popolazione».
«Tra le tante pagine di storia del Novecento, ricordiamo quella della tragica esperienza di un
presidente e medico, del cui impegno rimane ancora molto da conoscere e da imparare», sottolinea
Carcereri de Prati.