Siamo in un momento storico di passaggio per la medicina. La generazione dei baby boomer sta abbandonando la scena, a vantaggio delle giovani generazioni che si affacciano alla professione. Se i primi si sono formati esclusivamente sulle basi della medicina ippocratica, i secondi si avviano verso una medicina digitalizzata. Saranno investiti da uno tsunami di dati, ma non per questo dovranno affidarsi esclusivamente agli algoritmi. Medicina digitale e intelligenza artificiale avranno ricadute importanti nel campo della relazione medico-paziente, sconfinando anche nei campi giuridico, filosofico e umanistico».

Con queste parole il presidente dell’Ordine dei Medici chirurghi e Odontoiatri di Verona di Verona, Carlo Rugiu, ha introdotto il convegno “Il ruolo della Bioetica e delle Medical Humanities. Quali sfide per i futuri medici” che si è svolto giovedì 30 marzo, al policlinico di Borgo Roma.

Medici ed esperti del settore si sono riuniti per parlare delle nuove frontiere della medicina e delle nuove sfide per i medici del futuro. L’evento è stato organizzato dalla Scuola di Medicina e Chirurgia dell’Università di Verona e dal Comitato di Bioetica dell’Ordine dei Medici chirurghi e Odontoiatri di Verona di cui è referente Giovanni Bonadonna. L’Ordine ha concesso il patrocinio e il presidente Rugiu ha portato i saluti iniziali insieme a Giuseppe Lippi, presidente della scuola di Medicina e chirurgia dell’Università di Verona.

Durante il pomeriggio di studi si sono alternati numerosi interventi, dal ruolo della bioetica nella relazione di cura al ruolo delle Medical Humanities nella medicina digitale, a quello dei comitati etici in Sanità. Per l’OMCeO di Verona hanno partecipato anche Caterina Pastori, Anna Maria Musso. Federica Bortolotti e Orazio Michele Codella.